sabato 6 novembre 2010

Chi siete voi?

Voi cosa siete? Mi faccio questa domanda sempre più spesso,da un mese a questa parte.
Voi non siete nient’altro che la proiezione dei vostri desideri,no?
Bambina come sono,ho capito che voi non siete nient’altro che un riflesso.
Io Stessa,lo sono. Mi convincevo che comportandomi a quel modo o in un altro,avrei ottenuto quello che volevo.
Perché ora,arrivata alla conclusione che ciò sia quasi squallido,continuo ad agire a questo modo?
Forse perché /questo/ significa vivere.
Tu ridi.
Tu piangi.
Tu cerchi d’innalzarti a qualcosa che non sei.
E strisci nella consapevolezza di /non/ essere.
Perché odio credere che il mio stato d’animo sia continuamente minato,trasfigurato da quello altrui. Odio pensare di dover dipendere da qualcun altro. Odio pensare che la mia Felicità dipendi da qualcuno che non sono io.
Credo di essere cresciuta molto.
Credo di aver imparato ad Amare. Assurdo? Non direi.
Posso dire con certezza ora,che Amare non significa soffrire per conseguenza.
Nonostante io /desideri/,nonostante  io voglia qualcosa di più,riesco ad accontentarmi serenamente.
Amare una persona con la consapevolezza di non volere altro che il suo bene,di non risentirne una gelosia ossessiva,ma solo un tenero istinto di protezione,una totale dedizione che tuttavia non può prendere il nome di mania,la sola paura dell’insicurezza di non poterle più stare al fianco. L’ho vista,l’ho osservata. Le sue movenze,il suo passo sicuro,quel sorriso e quegli occhi che non facevano che attirarmi,incisi nelle mie pupille.
Tutto cosi splendido,che mi chiedo come sia possibile. Sono davvero cresciuta tanto da non volere quella persona /solo/ per me? Da non essere egoista...? Forse si,se sto cosi bene.
Forse si,se non ho più bisogno di mostrarmi quella che non sono per sorridere alle sue parole. Forse si se ho improvvisamente notato come la gente sia solo il riflesso dei propri desideri.
Di come basti una parole di troppo o una di meno,per buttarla giù. Forse si,se ho capito che a volte la gente aiuta il suo prossimo solo per sentirsi migliore,per non sentirsi inutile.
Di come un atto di altruismo possa essere invece il più squallido degli egoismi.
Di come la persona  più pura possa  a sua insaputa essere spregevole.
Vi aspettate dagli altri cose che non avreste il diritto di aspettarvi. Volete ricevere attenzioni,non riuscite a perdonare. Ma chi siete voi per potervi ritenere offesi di un atteggiamento estraneo? Non c'è collaborazione tra le persone.Ti chiedo di parlarmi,tu non lo fai. Perché? chieditelo e dimmi se la tua ragione è davvero cosi valida,o è solo un capriccio del tuo carattere che /non/ vuoi piegare per venirmi incontro.  Perché voi non accettate l'idea di cambiarvi per gli altri. Volete che vi accettino nell'insieme,volete che anche i vostri errori vengano presi come vengano. E gli altri?Egoisti.


Tutto questo...tutto questo è solo la conseguenza del nostro essere...umani? Esseri Umani significa davvero non poter essere definiti /buoni/? Il proprio tornaconto alla fine,lo trovate tutti.
Perché scriviamo?
Perché disegniamo?
Perché cantiamo?
Chiedetevi cosa significa per voi questo. Prendete uno specchio,e chiedete al vostro riflesso cosa sarebbe per voi ottenere una gratificazione in base a quello che fate,che create. Una gratificazione che però,non viene da Altri.
Chiedetevi,se quello che fate,che dite,in realtà non lo fate e non lo dite,solo per compiacere qualcun altro. Qualcun altro,e voi,di conseguenza.
Chiedetevelo.

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